IN BREVE – Una nuova inchiesta di Food for Profit porta alla luce un sistema illegale diffuso in numerosi allevamenti di pecore e capre in Veneto. Le immagini raccolte sotto copertura da una segnalante di Food For Profit mostrano pratiche gravi e reiterate: macellazioni clandestine, vendita diretta e illegale di animali vivi, rimozione e riutilizzo delle marche auricolari e trasporto su mezzi non autorizzati.
L’indagine è stata condotta in diverse strutture delle province di Padova, Rovigo e Venezia. Regione da sempre descritta come “modello di legalità”, il Veneto ospita oggi oltre 80.000 caprini e ovini in più di 4.000 allevamenti.
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Una rete illegale diffusa
I filmati mostrano una rete di allevatori, intermediari e acquirenti privati che operano al di fuori di qualsiasi controllo sanitario o normativo. Gli animali vengono venduti vivi direttamente ai cittadini o macellati in modo clandestino. La carne così ottenuta viene poi consumata o rivenduta, senza tracciabilità né rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Tra le pratiche più allarmanti documentate:
- rimozione sistematica delle marche auricolari, per eliminare ogni legame con l’identità dell’animale;
- riutilizzo delle stesse marche su altri esemplari per sfuggire ai controlli ufficiali;
- trasporto non autorizzato di animali vivi, spesso su veicoli non idonei come normali automobili.
Manipolazione e crudeltà
In alcuni casi gli allevatori stessi spiegano ai clienti come mentire in caso di controlli, consigliando di dichiarare che gli animali sono “stati trovati per strada”. La tracciabilità viene quindi elusa sistematicamente, mettendo a rischio la salute pubblica.
Particolarmente cruda è la scena in cui una capra viene immobilizzata con la tecnica dell’incaprettamento – una pratica non solo illegale ma di estrema crudeltà. In un altro caso, una pecora affetta da mastite avanzata e non curata, con le mammelle visibilmente lesionate, viene venduta a un cittadino per la macellazione domestica.
Il legame con la politica
Uno degli allevamenti coinvolti appartiene a una donna pubblicamente lodata come esempio virtuoso dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Un dettaglio che solleva interrogativi sulle reali condizioni di controllo e vigilanza nelle filiere locali e sui legami tra politica e settore zootecnico.
Il quadro che esce fuori da queste immagini che abbiamo ricevuto è molto preoccupante. Ancora una volta non ci troviamo di fronte al “caso isolato”, ma a un sistema di pratiche controverse o illegali di fatto diffuse, anche tra chi viene pubblicamente lodato dalla politica. Sappiamo che le persone nei filmati sono state denunciate, ma è evidente che il problema richiede un lavoro di controlli maggiori.
Ancora una volta queste importanti rivelazioni sono state rese possibili da persone, cittadini e cittadine, che hanno deciso di impegnarsi in prima persona, segnalandoci queste irregolarità. Insieme possiamo raggiungere grandi risultati!
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